di Alessandro Fanetti per CeSEM
Nel primo quarto del XX secolo l’area che oggi conosciamo come Turchia uscì dalle ceneri dell’Impero ottomano, provata da guerre e perdite territoriali, e si avviò verso una profonda trasformazione. Infatti, al termine della Guerra d’Indipendenza Turca (1919 – 1923), combattuta sotto la guida di Mustafa Kemal Atatürk, il 29 ottobre 1923 la Grande Assemblea Nazionale proclamò la “Turchia Cumhuriyeti”.
Con quella dichiarazione, dunque, si sancì ufficialmente la nascita di uno Stato repubblicano in cui la sovranità appartiene al popolo (“Egemenlik kayıtsız şartsız milletindir”), ponendo di fatto fine ai resti della “dinastia” ottomana (ufficialmente privata anche del titolo di Sultano nel 1924, dopo la cancellazione del Califfato nel 1922).
Atatürk è la figura centrale di questo passaggio epocale: generale nella guerra d’indipendenza, riformatore dello Stato e promotore di un’identità nazionale nuova. Le sue riforme abbracciarono il civile e il culturale: dall’adozione dell’alfabeto latino all’introduzione di istituzioni laiche, dall’eguaglianza formale tra cittadini fino alla promozione dell’educazione popolare.
A tal proposito la lettura del “Nutuk” (il “Discorso”), pronunciato da Mustafa Kemal in 36 ore nel 1927, è veramente il “compendio” fondamentale per comprendere a fondo le basi sulle quali è nata la Repubblica di Turchia e ciò che l’ha guidata nei decenni successivi.
Infatti, la Repubblica non è solo un cambio di forma giuridica ma un progetto di modernizzazione radicato nella convinzione che la Turchia poteva “veleggiare” “al di sopra della civiltà contemporanea”.
Il 29 ottobre di ciascun anno è quindi una data simbolica – la Festa della Repubblica (Cumhuriyet Bayramı) – durante la quale si celebra la proclamazione di quest’ultima anche con parate, cerimonie, eventi nelle scuole e ricevimenti nelle Ambasciate all’estero.
Quest’anno segna il 102° anniversario: un traguardo che invita a riflettere tanto sulle origini quanto sulle sfide attuali della Turchia.
Anche in Italia, all’Ambasciata di Turchia a Roma, si è svolto dunque un ricevimento per celebrare l’occasione. L’Ambasciata, guidata dalla neo – Ambasciatrice in Italia S.E.Elif Çomoğlu Ülgen, ha accolto rappresentanti politici e diplomatici di vari Paesi del mondo, nonché personalità del mondo economico e culturale in un clima di convivialità e dialogo. Ad esso è stato presente anche il CeSEM con lo spirito di sempre: quello caratterizzato dalla volontà di approfondire il ruolo geopolitico dei vari Paesi del mondo, nonché nell’ottica di una cooperazione e comprensione reciproca per la promozione di un dialogo fra tutti gli attori geopolitici globali. A vantaggio della stabilità e di una collaborazione win – win.
In conclusione è possibile dunque affermare che la nascita della Repubblica di Turchia fu un momento rivoluzionario, almeno in termini di nazionalità, sovranità e modernizzazione.
Atatürk è stato e rimane il padre di tutto questo e come tale è tenuto in massima considerazione dall’intero popolo turco.
In sostanza, il 29 ottobre è il giorno in cui la Turchia guarda al passato con rispetto e al futuro con speranza. E il ricevimento all’Ambasciata Turca in Italia ne è stato un significativo riflesso estero, certamente di festa ma anche di studio e di diplomazia.

